Furti in casa: percezione del rischio e realtà

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Il senso di sicurezza è un concetto molto complesso e sul quale incidono numerose variabili. Numerosi sono gli studi che, da anni, cercando di individuare quali siano gli elementi più importanti nel determinare la percezione del rischio di ciascuna persona.

La materia è molto ricca e complessa, quello che possiamo dire con certezza è che la sensazione di ansia che si prova quando si pensa di poter essere derubati o aggrediti non dipende solamente dagli indici di criminalità reali.

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Che cosa dicono i dati più recenti sui furti nelle abitazioni?

Riportiamo alcuni stralci significativi del “Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia” presentato dal CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali) nel mese di aprile del 2021:

Come segnalato da varie fonti la situazione generata dal Covid-19, con le conseguenti restrizioni negli spostamenti ha portato come vantaggio una significativa riduzione dei furti in casa; si legge infatti:

“La criminalità cala, ma la paura resta. Nel 2020 in Italia sono stati denunciati 1.866.857 reati, con un calo del 18,9% rispetto all’anno precedente, che significa 435.055 reati in meno. Sono anni che i reati in Italia diminuiscono, ma complici il lockdown e le restrizioni imposte dalla pandemia, la tendenza è davvero evidente.”

Questi dati non trovano però valido riscontro nella percezione del rischio e non viene infatti registrata una diminuzione della paura; a riguardo il Rapporto dice:
“Fin qui l’evidenza dei dati, che non trova riscontro nella percezione degli italiani, tra cui solo il 28,9% è effettivamenteconvinto che la criminalità nell’ultimo anno sia diminuita, mentre il 40,4% ritiene che sia rimasta stabile e il 30,7% pensa che sia in aumento.

Il risultato è che negli ultimi dodici mesi per due terzi degli italiani (il 66,6% del totale) la paura di rimanere vittima di reato è rimasta la stessa, per il 28,6% è addirittura aumentata e solo per il 4,8% si è ridotta. Si tratta di percentuali che sono trasversali alla popolazione, a prescindere dall’età, dal titolo di studio, dalla regione di residenza”

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Qual è la differenza tra sicurezza reale e sicurezza percepita?

Questi brevi estratti ci mostrano quanto sia attuale il tema della differenza tra rischio e percezione del rischio. Possiamo affermare che:

La “sicurezza reale” si basa sulla matematica e riguarda la probabilità che si verifichi un evento (ad esempio un furto in casa) e l’efficacia delle misure di protezione che adottiamo (è possibile, ad esempio, calcolare quanto il nostro sistema di allarme e videosorveglianza aumenti la sicurezza della nostra casa);
La “sicurezza percepita”, invece, riguarda le nostre reazioni psicologiche a un determinato rischio ed è influenzata da numerosi fattori e collegata a variabili che talvolta vengono sottovalutate.

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Quali fattori influenzano la nostra sicurezza percepita?

Di seguito ricordiamo alcuni di questi fattori; la lista non è completa, la materia è molto ampia e gli studi continuamente in divenire, ma questo ci può far capire la complessità della formazione di questa percezione. Tra i fattori che influenzano il senso di sicurezza abbiamo:

L’età: all’aumentare dell’età si è più condizionati dalla paura della criminalità (ad eccezione degli over 75);
Il sesso: la percentuale di donne che hanno paura supera di gran lunga quella degli uomini;
Il titolo di studio: i laureati e coloro che sono in possesso di diploma superiore vivono meno un senso di insicurezza mentre, quanto più il titolo di studio è basso, tanto più aumenta;
Quanto gravi immaginiamo le possibili conseguenze: siano esse conseguenze fisiche o psicologiche;
Quanta fiducia riponiamo sulle istituzioni deputate al controllo e quindi, nella fattispecie, sulle forze dell’ordine;

L’aspetto che probabilmente più ci interessa in questa sede riguarda il legame tra percezione del rischio e possibilità di controllo ossia quanto è possibile intervenire sugli eventi che possono generare pericolo.

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Che cosa cambia nella nostra percezione quando possiamo “controllare” un rischio?

Facciamo un esempio: mediamente le persone hanno meno paura di guidare un’auto rispetto a salire in aereo perché, nel primo caso, sentono di avere il controllo della situazione nonostante i dati statistici indichino che viaggiare in aereo è molto più sicuro.

Anche se il sentirsi troppo bravi e troppo sicuri di sé potrebbe sfociare in una sottovalutazione dei rischi, in generale possiamo dire che, aumentando la nostra capacità e possibilità di controllare un evento ci sentiamo più sicuri.

Proprio per questo ciascuno di noi, soprattutto prima di lasciare la casa per diversi giorni, mette in campo una serie di comportamenti coerenti con questa idea di controllo, ad esempio:

Controlliamo di aver chiuso porte e finestre;
Manteniamo illuminati gli accessi e le zone circostanti;
Evitiamo di lasciare segni evidenti che non siamo in casa;
Chiediamo ai nostri vicini di tenere d’occhio la situazione generale;
Affidiamo le chiavi a persone di fiducia;
Attiviamo il sistema di allarme.

Installare un allarme modifica il senso di sicurezza e migliora la percezione del rischio

Ecco, allora, che l’installazione di un sistema di allarme efficiente, collegato a un sistema di videosorveglianza, rappresenta un elemento che, oltre a garantirti oggettivamente una maggior sicurezza, contribuisce significativamente a farti sentire più sicuro, proprio perché ti rende in grado di controllare in ogni momento la situazione della tua abitazione.

Risulta perciò evidente che, il sapere che la tua abitazione è monitorata, internamente ed esternamente, 24 ore su 24, diventa l’elemento chiave per il tuo benessere psicologico, incidendo in maniera significativa sulla qualità di vita.